LA NOSTRA STORIA
Per descrivere brevemente la storia di questa Società bisogna tornare indietro di 40 anni; a tal scopo è certamente interessante ed utile sfogliare il libro dei nostri 35 anni "1969 - 2004: 35 anni di impegno e solidarietà", di Luca Peccerillo (se qualcuno lo volesse è reperibile presso di noi). Il capitolo I inizia proprio con la testimonianza del primo Presidente dei Volontari del Soccorso, cap. Umberto Ricci:
"Ero al campo Macera per giocare una partita di pallone fra scapoli e ammogliati, al termine dell’incontro mi chiamano dalla rete alcuni amici e mi dicono: “Ti aspettiamo al bar, ti dobbiamo parlare”. Terminata la doccia, mi presento e vedo che sono quattro o cinque: Armando Grondona, Giacomo Moltedo, Mario Corradino, Benedetto Nortino, forse anche altri che adesso non ricordo.
Si inizia a chiacchierare, poi improvvisamente affermano che secondo loro è necessario dare vita ad una nuova Pubblica Assistenza a Sant’Anna in quanto ritengono che la zona non sia servita in modo sufficiente. Rimango un po’ perplesso perché mi rendo conto che probabilmente dietro a questa affermazione ci sono altri motivi che spingono i miei amici a fondare una nuova associazione e quindi cerco di scavare più a fondo, vedendo se si può fare qualcosa per aggiustare il tutto, se si può mediare e rinvigorire i rapporti con la Croce Bianca.
Ma ben presto mi accorgo che sono ben decisi e che hanno tutte le intenzioni di portare avanti la cosa seriamente. Ne ho preso atto e ho dato la mia disponibilità, convinto che comunque si dava vita ad una cosa per la città. Abbiamo fatto le nostre valutazioni, il 10 Luglio 1969 siamo andati dal notaio per ratificare l’atto di nascita della P.A. Volontari del Soccorso di Sant’Anna e abbiamo trovato una sede vicino alla chiesetta di Via Sant’Anna, dove una volta c’era l’ufficio postale. C’era anche un ampio spiazzo dove ora sorgono il distributore di benzina ed alcuni palazzi...".
Già da queste poche parole si può capire "lo spirito" che animava il nucleo dei Volontari nel 1969: un gruppo di cittadini Rapallesi, in maggioranza “Santannini” (in quanto abitanti nel quartiere di Sant’Anna), decidono di fondare una nuova Pubblica Assistenza, avendo riscontrato la palese necessità che sul territorio cittadino in via di espansione urbanistica fosse operante un’altra Società, oltre alla già presente Croce Bianca. Va ammesso e riconosciuto che tale decisione fu presa anche a causa di una conflittualità venutasi a creare a quel tempo all’interno della Croce Bianca stessa, nel cui Consiglio Direttivo sedevano allora alcuni dei nostri futuri Soci Fondatori. Come per ogni cosa nuova, quindi, anche per questa Società l’inizio, seppure supportato da notevole entusiasmo e spirito di sacrificio, non fu certamente facile.
La piccola sede di Via Sant'Anna e l'unica ambulanza (Fiat 2300, che conserviamo gelosamente) vennero inaugurate Domenica 19 Ottobre 1969.
La giornata fu splendida ma la polemica viva e feroce con la Croce Bianca Rapallese continuava a dominare, tanto che lo stesso Presidente Umberto Ricci, nel suo discorso inaugurale, spiegò come il ritardo dell'entrata in servizio dei Volontari fosse dovuto anche al fatto che "il Presidente della consorella cittadina si opponeva con tutti i mezzi". Alla manifestazione erano state invitate diverse pubbliche assistenze, aderenti alla Federazione Nazionale PP. AA. (l'odierna ANPAS), ma la loro adesione non superò la ventina e ciò fece supporre l'esistenza di "pressioni" esterne affinché si disertasse la festa. Persino il Sindaco di Rapallo e molte autorità cittadine si limitarono ad inviare un telegramma d'augurio senza presenziare. Ma nonostante i dissapori, peraltro subito dimenticati, la festa dell'inaugurazione viene ancora oggi ricordata per l'entusiasmo dei partecipanti, forse pochi ma, proprio per questo, ancor più determinati a perseguire nell'avventura appena intrapresa.
Con ostacoli di ogni tipo, quindi, e poche risorse finanziarie, ma animati da uno spirito definibile "pionieristico", i primi Militi affrontarono le crescenti richieste d’intervento sanitario supplendo la carenza di “grammatica”, dovuta a scarsa conoscenza delle varie tecniche di soccorso, con una notevole “pratica” e buon senso, acquisiti nel corso degli anni e negli innumerevoli servizi svolti.
Non c’erano radiomobili o cellulari, non c’erano infermieri o medici a gestire l’intervento, non c’era una centrale operativa con cui consigliarsi, anzi di notte, dopo aver superato ostacoli d’ogni genere per recuperare i feriti a volte moribondi, quando finalmente si arrivava stremati al pronto soccorso l’ultimo muro d'abbattere era farsi aprire il portone ermeticamente chiuso.
Gli interventi più frequenti e complessi avvenivano per lo più nei fine settimana sull'autostrada aperta da pochi anni ove le auto raggiungevano già notevoli velocità senza peraltro essere dotate, come oggi, dei vari dispositivi di sicurezza; per cui le conseguenze degli incidenti. per conducenti e passeggeri. si rilevavano sovente terribili.
Con il passare degli anni è avvenuta una vera e propria crescita esponenziale sia nel numero dei Soci sia in quello delle prestazioni rese.
Aumentando infatti le persone disponibili ad effettuare i servizi, veniva aumentando via via anche il numero dei mezzi a disposizione. Ed è proprio per fronteggiare la necessità di un parco ambulanze più adeguato alle esigenze sempre più impellenti della città che i Militi, i quali dovevano essere premiati durante la classica cerimonia di fine biennio (1977 - 1978), rinunciarono per la prima volta alle loro medaglie, in modo da "non incidere sulle casse della Società". Un gesto importantissimo e nobile che contraddistingue non solo quel periodo storico ma un vero e proprio modo di essere volontari, sincero, elegante, schietto e coerente, un modo che ancor oggi, nonostante la situazione sia molto più serena, ci distingue e ci caratterizza.
Gli anni ottanta
Gli anni '80 sono contraddistinti da una continua ed imponente crescita che interessa tutti i settori della P.A. Viene aumentato il numero degli automezzi, privilegiando la capienza alla velocità per assicurare un trasporto sanitario assistito all’avanguardia in quei tempi, viene altresì stipulata la convenzione con la Regione Liguria (tramite l'Unità Sanitari Locale XVII) per i trasporti sanitari.
Le ambulanze vengono tutte collegate alla sede a mezzo radiotelefono ed i Militi iniziano ad effettuare i servizi indossando divise di nuova fattura, con i primi requisiti di visibilità ed antinfortunistica.
Alla fine del decennio inizia una vera e propria “battaglia” per una nuova sede che, risultata vana l’ipotesi di trasferimento nei locali dell’attuale asilo comunale in Via Tre Scalini, porterà all’acquisto da parte dell’Amministrazione Comunale dei locali dell’attuale sede di Via Arpinati 20A, concessici poi in locazione, ed all’acquisto da parte della P.A. di un'area attigua da adibirsi a parcheggio dei veicoli sociali. Su detta area venne realizzata in seguito una copertura per gli automezzi e la ristrutturazione di un piccolo immobile ora adibito a garage; tutto ciò con notevole onere finanziario a carico della Società.
Di quel periodo è l’intervento, protrattosi per un mese, in Irpinia in occasione del terremoto che il 24 Novembre 1980 interessò una gran parte di quella zona, con ingenti danni alle abitazioni e sconvolgimento del tessuto sociale delle popolazioni.
Ma non fu questa la prima esperienza dei volontari in contesti di gravi calamità fuori regione. Infatti risale al Maggio del 1976 il primo intervento di questo tipo, quando un violento terremoto mise in ginocchio interi paesi del Friuli Venezia Giulia. I Volontari del Soccorso si trovavano allora in una situazione tutt'altro che semplice ma, dotati più che altro di coraggio e spirito di sacrificio, non ci pensarono troppo prima di partire con un ambulanza ed un camion pieno di generi alimentari.
Il 26 Settembre 1997, poi, un violento terremoto colpisce l'Umbria, con epicentro nei pressi della città di Foligno.
Decine di noi, anche in quel caso, si sono alternati in un campo allestito dalla Protezione Civile vicino alla Croce Bianca di Foligno per ben 45 giorni.
E' infine del 1999 la partecipazione di alcuni militi alla cosiddetta Missione Arcobaleno, in Albania, in aiuto e soccorso dei profughi kosovari in fuga dalla guerra.
Gli anni novanta
Il periodo di più grande sviluppo organizzativo e professionale è tuttavia riferibile agli anni '90, come ci racconta, nel libro dei 35 anni dei Volontari del Soccorso, il Presidente Giorgio Brigati:
"La grande scommessa degli anni '90 è giocata sullo sviluppo di tre obiettivi principali: 1) una riorganizzazione strutturale di tutti i settori dell'Associazione (amministrazione, gestione del personale, Direzione dei servizi, parco automezzi), con concorso di personale dipendente; 2) la ricerca degli spazi necessari per far fronte ad un'attività frenetica, cresciuta a dismisura e che ci vede agire su diversi fronti: trasporti ordinari, d'emergenza,
dializzati, disabili, sociali, Protezione Civile, Telesoccorso, Guardia Medica, Ambulatorio, Obiezione di Coscienza; 3) la nascita della Centrale Radio Unica SICE (Sistema Informatico Coordinamento Emergenze) e la pionieristica Automedica privata, grazie ad un accordo tra i Volontari del Soccorso, la Croce Bianca rapallese la Croce Verde di Santa Margherita Ligure; la crescita professionale dei Militi e l'avvento del 118.
Altri aspetti che hanno caratterizzato questo periodo sono la chiusura dell'ospedale cittadino e l'inserimento degli Obiettori di Coscienza nelle Pubbliche Assistenze".
Continua Brigati: "La mole di servizi quotidiani, ordinari e d'emergenza, nei primi anni '90, ed il rispetto delle convenzioni non permettono più di gestire la Società con personale esclusivamente volontario. Si apre così all'interno dell'Associazione un profondo dibattito sul futuro e sul rispetto degli ideali da cui era nato il movimento. L'alternativa è abbandonare l'idea di una Società formata da soli volontari, come immaginata dai Soci Fondatori e codifcata dallo Statuto, oppure rinunciare a crescere strutturalmente e professionalmente per far fronte alla mole d'impegni che strutture pubbliche e società civile continuamente ci chiedono. Dopo un ampio confronto, in un'affollata Assemblea Generale, viene sancito questo compromesso: lo spirito statutario e la volontà dei Fondatori sono la strada maestra ma, siccome è altrettanto indispensabile crescere e migliorarsi, si decide di assumere personale alla condizione che questo rivesta particolari doti di disponibilità ed umanità, conosca il mondo del volontariato (meglio ancora se ne ha fatto parte) e non ricopra alcuna carica elettiva all'interno dell'Associazione. Questo passo, unitamente all'arrivo dei giovani Obiettori di Coscienza (e del futuro Servizio Civile), porta ad una nuova dimensione della Pubblica Assistenza la quale può iniziare a contare, soprattutto da parte degli organismi chiave, sulla presenza di personale dipendente che garantisca responsabilità, presenza e continuità di servizio".
E’ di quel periodo (1996), infine, la costituzione di una centrale operativa, gestita direttamente dalla A.S.L. 4 Chiavarese, con sede presso l’Ospedale di Lavagna ed avente denominazione "118 Tigullio Soccorso". Un centro di coordinamento dell'emergenza sanitaria in grado di razionalizzare i vari servizi, smistando i mezzi di soccorso delle varie PP. A.A. presenti sul territorio, e di supportare con personale specializzato, medico ed infermiere, il personale delle varie P.P. A.A. territoriali.
Tuttavia si ha la presunzione di credere che, se oggi a Rapallo è presente costantemente, nell’arco elle 24 ore, il servizio di automedica, questo lo si debba non solo alla chiusura dell’ospedale ma anche, in buona parte, alla tenacia ed alla capacità di risposta fornite dalla due pubbliche assistenze cittadine che, grazie ai loro progetti sperimentali ed autogestiti di automedica privata e di Servizio Informatico Coordinamento Emergenze, hanno dato un segnale forte, univoco e determinato circa il desiderio di organizzare nel modo più razionale ed efficace, il servizio di trasporto sanitario pubblico. Al di là di ogni bieco campanilismo.
Ancora una volta la necessità di spazi diventa il problema principale. La Presidenza, la Segreteria, la Tesoreria e l'Economato richiedono uffici ed attrezzature; i servizi di Guardia Medica e di Automedica prevedono che nelle 24 ore vi siano locali per i medici ed i paramedici in servizio; i ragazzi del Servizio Civile devono avere, oltre al servizio mensa, una stanza per dormire; la Direzione dei Servizi preme per un locale dove alloggiare la squadra notturna femminile; l'Ambulatorio inizia il servizio di locazione presidi sanitari, che ovviamente devono essere custoditi da qualche parte; il parco macchine conta già 13 veicoli, oltre alla "decana" Fiat 2300 che necessita di un garage.
La risposta sarà puntuale: in pochi anni si acquistano due appartamenti limitrofi alla sede. L'intera struttura viene quindi a svilupparsi su due piani, uniti tramite una scala interna, che dopo quasi un anno di intensi lavori vedrà la sua inaugurazione ufficiale il 18 Dicembre 2004. Mentre gli uffici amministrativi vengono spostati in un terzo appartamento, situato nel palazzo a fianco a quello della Sede Operativa (in Via Arpinati 20/1). Ci si indebita nuovamente e coraggiosamente, anche perché nel frattempo il parco macchine necessita di una poderosa revisione con la sostituzione di sei veicoli per una spesa di quasi trecento milioni d Lire. L'unica garanzia su cui far leva è di seguire, nella gestione della P.A., quella sana politica economica, spartana, essenziale e solare che ci ha sempre contraddistinto e ci ha consentito di raggiungere obiettivi che vanno al di là di quanto fosse ragionevolmente prevedibile. Questi risultati acquistano grande rilievo e danno lustro ai Consigli Direttivi di quegli anni perché sono ottenuti in un'epoca in cui molte Associazioni del movimento versano in gravi difficoltà e alcune rischiano addirittura la chiusura".
il duemila
C’è una frase che contraddistingue appieno la filosofia dei Volontari del Soccorso degli anni 2000 e ne incarna appieno lo spirito, soprattutto alla luce delle recenti attività intraprese: “Forse non riusciremo a fare grandi cose per cambiare il mondo, ma quel poco che possiamo LO DOBBIAMO fare”. E’ lo slogan che abbiamo adottato in occasione del Tesseramento 2007 (ogni anno, per tenere allenato il cervello, la Segreteria ne deve coniare uno) e, senza falsa modestia, è sempre attualissimo e vero.
"Quel poco che abbiamo potuto fare", nel 21° Secolo, è stato prendere coscienza dell’umanità, tutta, nel suo insieme. Le risorse economiche e la sicurezza derivante da una gestione oculata e priva di azzardi, ci hanno permesso di aprire gli occhi e di stendere una mano al di là dei consueti confini. E’ nata così, nel 2004, “Volontari nel Mondo”, una commissione interna dei Volontari del Soccorso che si occupa prevalentemente delle iniziative internazionali. Il detonatore di questa nuova branchia è stato il deflagrante maremoto che ha colpito il sud est asiatico il 26 Dicembre 2004. Sull’onda emotiva (e soprattutto mediatica) dell’evento che ha scosso il mondo intero, non poche sono state le iniziative umanitarie, governative e non, finalizzate a fare qualcosa di utile e di concreto per le popolazioni colpite. Anche noi abbiamo deciso di agire. La nostra esperienza nel settore dell’assistenza a distanza era tuttavia alle prime armi ma, nonostante questo, abbiamo deciso di non affidarci a nessun intermediario.
Era, come al solito, nostra intenzione toccare con mano, vedere con gli occhi, ascoltare con le orecchie, e per questo, grazie a contatti con la comunità Cingalese che vive a Rapallo, siamo andati sul posto, nello Sri Lanka, dove nel piccolo paese di Vaddukoddai siamo entrati in contatto con un orfanotrofio, la Caanan Children’s Home. Da quel momento è iniziata tutta una serie di relazioni, a volte toccanti, altre esaltanti, altre ancora disarmanti (sul blog e sul sito potete rendervene conto) che, davvero, non termineranno mai. Oltre ad aver dato il via ad una serie di adozioni a distanza (inviamo costantemente, ogni mese, circa 350 dollari), che proseguiremo finché le nostre forze ce lo consentiranno, manteniamo contatti fitti e frequenti e, di tanto in tanto, alcuni nostri Militi si recano sul posto per rendersi conto personalmente della situazione e delle nuove esigenze. Non senza sforzi, nel 2006 abbiamo acquistato una casa ai nostri piccoli, per l’ampliamento dell’orfanotrofio, e nel Dicembre 2007 abbiamo effettuato una raccolta fondi straordinaria per sopperire all’aumento degli orfani, che da 40 sono diventati 58. Proprio in questi giorni ci è giunta una lettera nella quale Prebha, la madre simbolica di tutti i bimbi, colei che si occupa della Casa, ci racconta e ci spiega come sono stati utilizzati i nostri ultimi versamenti.
Sempre nell’ambito delle iniziative di Volontari nel Mondo, per tramite di alcuni amici medici genovesi che operano volontariamente in Africa, abbiamo conosciuto l’ospedale di Nanoro, in Burkina Faso. Si tratta di un centro di primo intervento e ricovero per i bambini, una specie di Gaslini africano, per il quale ci siamo già più volte attivati al fine di reperire medicinali e farmaci di prima necessità (grazie anche alla preziosa opera del dott. Redaelli, di Rapallo). Oltre a questo, nel 2007 ci viene segnalata da Nanoro l’improrogabile necessità di poter far arrivare gli ammalati alla struttura dato che in quella realtà, pressoché priva di mezzi e di vie di comunicazione, sono ben poche le strade degne di tale nome (per lo meno come le intendiamo noi).
Più che altro esiste una serie di sentieri a malapena tracciati, in terra battuta o del tutto sconnessi, spesso impraticabili anche a piedi (figuriamoci da una persona malata). Anche in questo caso ci siamo messi all’opera e nel giro di pochi mesi ecco reperita una speciale ambulanza 4X4 (un Magnum Fissore), appositamente modificata per i trasporti in condizioni estreme. L’abbiamo acquistata, risistemata, adattata al suo futuro scopo ed in poco tempo il veicolo è stato imbarcato su di un container alla volta del Senegal. Da lì, poi, è partito per l’ospedale di Nanoro dove, dopo un viaggio complessivo di circa un mese e mezzo, è giunto a destinazione nel mese di Giugno 2008. Con grande soddisfazione per tutti.
Un altro aspetto peculiare della nostra storia negli anni 2000 è stata la progressiva informatizzazione della sede. Abbiamo collegato in rete tutti gli uffici, dal Centralino alla Direzione dei Servizi, alla Segreteria alla Tesoreria, alla Presidenza, in modo che lo scambio dei dati relativi ai servizi di trasporto, dalla loro prima immissione da parte del centralinista fino alla fatturazione ed archiviazione, si possa svolgere quasi in tempo reale. Lo stesso vale per le attività di bilancio, di contabilità e di segreteria (ad esempio l’Albo Sociale) per le quali, da una qualsiasi postazione, si può avere immediatamente sott’occhio tutta la situazione.
L’avvento di Internet, ovviamente, non poteva lasciarci indifferenti. Tutti gli uffici sono collegati alla rete esterna mentre, per i Militi ed i Soci, esistono due postazioni (i famosi "Internet point") assolutamente gratuite e fruibili 24 ore al giorno.
E’ proprio di questo periodo l'apertura del nostro sito e del nostro blog, continuamente aggiornati e curati, per i quali siamo oggetto di numerosi apprezzamenti anche da parte delle associazioni consorelle.
Infine, per concludere questa breve carrellata sulla vita dei Volontari del Soccorso negli anni 2000, non possiamo dimenticare la copertura con pannelli solari fotovoltaici del nostro parco automezzi. Era questa un’idea che ci frullava in testa già da qualche anno, scaturita dalla consapevolezza di essere proprietari di una bella superficie (quasi 100 metri quadri) perennemente esposta al sole. Fatti due conti, nel 2007 abbiamo dato l’avvio ai progetti, nel Febbraio 2008 abbiamo posizionato il primo pannello ed il 21 Luglio 2008 l’impianto ha cominciato a funzionare producendo il nostro primo Watt di energia pulita. Non senza orgoglio diciamo che, allo stato attuale (Agosto 2008), il nostro è l’impianto solare per la produzione di energia elettrica più grande non solo di tutto il comune di Rapallo, ma anche uno dei maggiori della Liguria.
Le spese per la realizzazione, nonostante i non pochi incentivi e le agevolazioni fiscali, sono state ingenti (circa € 36.000) ma abbiamo deciso di esporci direttamente, in prima persona, senza l’ausilio di intermediari. L’energia prodotta servirà per alimentare i nostri consumi ed il prevedibile surplus (infatti ne produrremo un po’ di più di quella che ci serve) sarà venduto all’Enel ad un prezzo più alto di quello con cui la compriamo. Di questo passo, nell’arco di una decina d’anni dovremmo aver ammortizzato le spese sostenute e cominceremo ad essere autosufficienti. Ma in ogni caso, risvolti economici a parte, la vera matrice di tutta l’operazione risiede nella presa di coscienza che il nostro pianeta ha bisogno di qualcuno che pensi a lui. Tanti bei discorsi sull’ecologia, sull’ambiente, sull’energia pulita, sulle fonti rinnovabili (sono parole che, a furia di sentirci ripetere da tutti, conosciamo a memoria), tanta retorica alla fine, ormai l’abbiamo capito, lascia il tempo che trova se non viene concretamente trasformata in realtà.
Le istituzioni nel nostro paese sembrano alquanto restie ad una coraggiosa manovra di incentivazione all’energia pulita (che, a nostro avviso, dovrebbe partire proprio con l'esempio degli enti pubblici, in uno Stato conosciuto in tutto il mondo come "il paese del sole"), ma noi, come avete capito, non siamo certo quelli che stanno a guardare e ad aspettare. “Quel poco che possiamo fare LO DOBBIAMO fare”, e, ancora una volta, lo abbiamo fatto. Tutto da soli, come al solito.
Ora il nostro impianto, ogni anno, consente di evitare l’immissione nell’atmosfera di ben 6 tonnellate di anidride carbonica (la famosa CO2, una delle principali cause dell’inquinamento ambientale). Sei tonnellate di veleno in meno, all’anno, nei nostri polmoni e di quelli dei nostri figli. Per sempre. Sì, DOVEVAMO proprio farlo.
La realizzazione è stata effettuata dalla ditta "F.lli Leucari" di Rapallo che non possiamo fare a meno di ringraziare per la competenza, la cordialità e la disponibilità dimostrata durante tutte le fasi di questa operazione.
La storia dei nostri 40 anni, a grandissime linee, finisce qui. Ma è una fine provvisoria, dettata semplicemente dal fatto che questo sito è aggiornato al 2009. In realtà la nostra storia non finisce mai. Ogni giorno è un’avventura che inizia, con volti nuovi da conoscere, mani da stringere, voci da ascoltare. Ogni giorno idee innovative e soluzioni geniali s’impossessano dei nostri pensieri, conducendoci verso direzioni che, solamente un’ora prima, non avremmo mai preso in considerazione. Siamo un gruppo di persone mosse dal sincero entusiasmo di fare qualcosa, qualsiasi cosa purché sia utile al prossimo. Ognuno fatto a modo suo, come dicevamo all’inizio, con le sue idee, i suoi gusti e le sue ambizioni e le sue paure ma, tutti, accomunati da quella serie di valori la cui realizzazione può avvenire solo se si collabora, fianco a fianco, nel fine supremo della solidarietà disinteressata. La nostra è una Società aperta, in tutti i sensi e con tutti i sensi. Il nuovo non ci ha mai spaventati, e sappiamo essere coraggiosi quando si tratta di abbandonare strade vecchie, o troppo trafficate, per dar vita a percorsi nuovi, diversi, audaci e sorprendenti. La nostra storia, quella dei padri Fondatori che avete appena letto, ne è l’esempio più eloquente, ed è proprio in virtù del coraggio da loro dimostrato nel lontano 1969 che per noi, a quarant’anni di distanza, il futuro altro non è che uno stimolo, tanto misterioso quanto attraente, per assaporare la vita.
Nella speranza di lasciare un segno indelebile che indichi alle future generazioni la direzione giusta da seguire.
Attività svolte nell’interesse della collettività:
• trasporti ordinari e d’emergenza
• trasporti dializzati e disabili
• servizio automedica e guardia medica
• ambulatorio sociale
• locazione presidi sanitari
• telesoccorso
• centralino soccorso alpino e speleologico de Tigullio
• protezione civile
• sede Ass. AIMA Alzheimer Tigullio Occidentale
• servizio civile volontario
I Volontari del Soccorso di Rapallo sono composti da oltre 2.500 Soci, dei quali circa 150 svolgono effettivamente i vari servizi (ambulanza, centralino, telesoccorso, servizi sociali, guardia medica, automedica, segreteria, ambulatorio, gestione sede, gestione automezzi, gestione vestiario, cucina, camere militi, ecc).
I mezzi attualmente in dotazione sono 17, più l’auto storica (Fiat 2300) che viene usata nelle manifestazioni e nelle cerimonie di rappresentanza.
Volete saperne di più?
Vistate il nostro sito, contattateci, iscrivetevi alla newsletter o venite a trovarci.
Consultate il libro dei nostri 35 anni di storia, se non lo avete chiedetecelo:
ve lo regaleremo!
Se non siete Soci, iscrivetevi e frequentate la Sede, sarete i benvenuti.
C’è sempre necessità di gente volonterosa, disposta e disponibile ad aiutare il prossimo in vari modi.
Non avrete un beneficio economico perché la nostra opera si basa principalmente sul volontariato, non per niente ci chiamiamo "Volontari", ma avrete di certo un tornaconto morale e spirituale che vi sorprenderà.
Allora vi aspettiamo...